Zaffiro
LA GEMMA DELLA PUREZZA
“Dolce color d’oriental zaffìro…” questa è la magnifica sensazione che Dante ci trasmette descrivendo la visione della luce, uscendo dall’abisso dell’Inferno. Vede il chiarore puro dell’alba, il chiarore che ha l’iridescenza dello zaffiro.
Il termine zaffiro deriva dal greco “sappheiros” ossia “azzurro” e nei testi Lapidari del Medioevo, veniva rappresentata come la pietra della virtù, del rafforzamento dell’anima, della libertà.
Per il suo significato di affidabilità e fedeltà, questa gemma è stata spesso scelta per adornare gli anelli di fidanzamento.
Lo Zaffiro Blu fa parte dei corindoni, una specie minerale che si presenta in una gamma cromatica molto vasta, virtualmente qualsiasi tinta dell’arcobaleno. Il termine zaffiro usato da solo, si riferisce soltanto alla varietà blu. Quelli di altre tinte, come il giallo, il rosa e l’arancione sono commercialmente definiti “zaffiri fantasia”.
Lo zaffiro è una delle gemme che suscita sempre grande interesse tra il pubblico acquirente, perchè risulta essere oltre che una pietra bellissima, anche molto accessibile rispetto alle altre due grandi gemme di colore, il rubino e lo smeraldo.
Come gemma per la gioielleria, lo zaffiro è molto versatile per la sua stabilità e resistenza ai graffi.
Come per il rubino, anche per lo zaffiro, ciò che influisce in modo rilevante sul suo valore è il colore.
La gamma cromatica dello zaffiro blu si estende dal blu violaceo al blu verdastro, da molto chiaro a molto scuro. Gli esemplari più pregiati sono que
lli che hanno un blu vellutato, tra il blu ed il blu violaceo, con tonalità da media a medio-scura e saturazione da forte a vivida. Questi sono gli aspetti qualitativi che fanno lievitare i prezzi al carato dello zaffiro.
Nel suo stato più puro il corindone è incolore. La maggior parte di essi contengono però elementi chimici in traccia, come il ferro ed il titanio, che danno vita alla varietà blu dello zaffiro. Maggiore sarà la presenza di ferro, tanto più scuro risulterà il blu della gemma, associato anche alla sua origine nella roccia basaltica.
In questo tipo di roccia si generano gli zaffiri provenienti dalla Thailandia, Cambogia, Australia, Madagascar, Nigeria.
Anche nella roccia non basaltica si formano pregevoli gemme, che provengono da disparate quanto diverse zone della terra, come il Kashmir, ai piedi dell’Himalaya, la zona di Yogo Gulch nello stato del Montana (USA), lo Sri Lanka, la zona di Mogok nel Myanmar (ex Birmania).
Gli zaffiri, come i rubini e gli smeraldi, da sempre vengono descritti con termini commerciali, che si riferiscono alle tinte o alle zone di provenienza. Tuttavia non tutte le gemme provenienti dalla stessa zona, presentano uguale aspetto, perciò i termini commerciali che contengono di per sè una denominazione geografica vengono anche utilizzati per descrivere gemme con le medesime caratteristiche di quelle ritrovate in contesti geografici diversi.
Il termine “kashmir” descrive zaffiri con colore compreso tra il blu violaceo e il blu puro, con saturazione da forte a vivida. La presenza di minute inclusioni può conferire a queste gemme una lucentezza vellutata. A questa tinta si fa spesso riferimento come “azzurro fiordaliso”. “Kashmir” è diffusamente considerato il colore più pregiato dello zaffiro blu. Il termine commerciale “birmano”, descrive gli zaffiri dal blu più intenso e saturo rispetto agli esemplari definiti “Kashmir”, il colore è di un bell’azzurro intenso, anche definito “royal blu”.
I termini “Ceylon” o “dello Sri Lanka” fanno riferimento a zaffiri con tinta tra il blu violaceo ed il blu puro, con saturazione da leggermente grigiastra a forte e tonalità da chiara a media. Sono zaffiri questi che possono presentare una brillantezza superiore e quindi molto accattivanti.
Con questi termini si indicano anche le tre fonti di estrazione storicamente più importanti della terra, ma non dimentichiamo che attualmente la percentuale maggiore degli zaffiri blu di qualità commerciale, proviene dalla Thailandia, Cambogia, Australia, Madagascar. Tuttavia è sempre bene ricordare che è estremamente difficile determinare l’esatta origine geografica di uno zaffiro, anche a causa del trattamento termico a cui il 95% delle gemme viene sottoposto, per migliorarne colore e purezza. Questo non deve far pensare ad un inganno da parte del produttore, ma anzi ad un lavoro di affinamento e miglioramento della gemma in modo permanente, per cui questa pratica viene comunemente accettata e legittimata.